CON UN CUORE ESCLAMATIVO

Sto facendo amicizia con un’orchidea, ma ancora non mi ha detto il suo nome.

In giardino l’acero flamingo ha sciolto i suoi ormeggi e naviga felice verso l’alto con le sue foglie rosa e verdi.

La felicità è una combinazione di eventi, un incontro di attimi: dal cappello del mago qualche cosa uscirà. Tra le ipotesi di una vita sottile, sfioro due lacrime cadute per caso dal bordo dell’occhio addormentato.

“ Funambolesco” è brutto, mi dico chiaro e tondo, e proseguo nella metamorfosi.

Strano il respiro che mi riempie la gola di primo mattino, fiorito, e di mandorle dolci. Lo accompagno all’uscita a dire cose belle, e a farne di più. Creativo lo voglio, il respiro, compagno di giochi e di piccole follie, magico sospiro di una notte sospesa, appena spesa. Ti sento vicino, spirito gigante che guidi la mia mano, la mia mente, in questo mattino di niente, a labbra socchiuse, appena schiuse, in un nuovo “grazie”.

Rimbombano carezze.

Precipitano sogni ancora incerti, messi di tre quarti, alla finestra. La mattinata in abito grigio mi tocca il naso, in punta, fa una giravolta, perfetto ensemble di musica e colore, e sparisce, divertita, a suon di altre giravolte. Non ci penso su, stavolta, la lascio fare, la lascio andare nel verde nuovo che odora ancora di blu. In fin dei conti, è appena martedì, liberissimo, lui , di pensarmi come vuole, e il mondo mi chiama per una festa.

Scende a goccia la pioggia di aprile infantile. Ho accumulato sogni sotto il mio cuscino: li farò evadere il prossimo primo mattino.

17 aprile

Un sole smagliante stamattina. Andrò a cercare pezzettini di me in giardino, o altrove, ma sicuramente al sole. Felice di trovarti, e di riabbracciarti, sole, primo Maestro di cielo in cielo. Tu che mi governi il cuore, fammi un favore: fammi rinascere l’ardore, l’emozione, per questo viaggio breve, stamattina, con te smagliante e sorridente, persa a cercare pezzetti di me in giardino, o altrove, ma sicuramente con te, sole!

Cercando la sostanza, appaio. Tanto per cominciare, e precisare. Scrivo, creo, imparo. Poi, per salpare, torno al mare, a volare.

19 aprile

La mattina

mi apro piano

e nel palmo della mia mano

una stellina

piccola e carina.

Io

e la mia giacca stracca

ne abbiam fatta

 di strada

in questo angolino di cielo

nascoste

forse

da un fiume blu di zaffiri in piena.

“ E non pensare di farla franca

se questa primavera

ti verrà data una pacca sulla spalla

dalla luna nera

perchè

a conti fatti

sarà proprio sulla tua pelle

che spunterà palese

un arnese

per mescolare i sogni e le sorprese”,

mi dice la stellina

piccola e carina

nel palmo della mano

che apro piano piano

di prima mattina.

E

guardandomi allo specchio

vedo un occhio

candido e lucente

semi-trasparente

che mi compare in fronte

quasi dolcemente

a raccontarmi storie

di madide follie

fra boschi e praterie

in questa natura ardente

che non è di questo mondo.

“ Mi correggerai se sbaglio”,

dico alla stellina

piccola e carina

“ a usare quell’arnese

spuntato così palese”,

e sul bordo di quell’occhio

candido e lucente

quasi trasparente

si appoggia una goccia turchese.

“Non piangere”

mi dice la stellina

“il mondo è storto

ma tu troverai conforto

a guardare in alto

e ti sarò vicina

nell’ora pigra

di una nottata bigia”.

Raduno i sogni

e le favole scozzesi

per finirci dentro a tuffo

stando sul bordo dello specchio

 da dove osservo l’occhio

che luccica cortese.

“ Mandami una mail”

mi dice ancora la stellina,

che non si sa mai,

che forse,

così

di prima mattina,

non sorga un raggio buono

a guarire

‘sto mondo storto

pieno di colpe

e di pazzie”.

“ Va bene allora”

le dico tenerina,

“ ci si vede al pascolo

in quel cielo splendido

in groppa a qualche angelo”.

E mi congedo gelida

sotto la coperta

da quella stellina

chè è ormai mattina

e non si sa mai

che sia proprio oggi

con quel raggio buono

il giorno della svolta

che si avvicina.

21 aprile

La notte è arrivata vestita di blu, altezzosa, con la luna fra i capelli e lo sguardo di chi la sa lunga. Avanza ritmica, con le ali al vento, fantasticando una melodia. Scivola di piatto muovendosi cauta, padrona della danza, fra terra e cielo. Canta vittoria, nascosta alla vista, guardinga e furtiva come una ladra. Ladra di luce. Se la tiene sotto il mantello, la luce. Non mi incantare, con le tue note oscure, non mi costringere a riposare. Viva voglio stare, al tuo passare. Stanotte ti voglio guardare, notte, dritta negli occhi, senza farmi lusingare da stelle cadenti e profumi lontani. Fragrante, il glicine con il tuo colore riposa steso sul grigliato davanti alla cucina, caparbiamente appeso al tuo strascico nero.

Ho sonno, notte, hai vinto, ma solo a metà. Dall’altra parte la luce si diverte a tenerti in coperta, stretta stretta, e col sole se la gode, e tu, taciturna, notturna: zitta!

27 aprile

Non tutte le cose devono essere capite: alcune vanno solo accettate.

28 aprile

Con il suo sorriso arruffato il giardino mi dà il buongiorno, e io penso che avere un cuore di roccia e acqua trasparentissima e verde sarebbe magnifico.

Così pensando, continuo a trottolare in giardino con il mio cuore, intanto, esclamativo!

GRAZIE