UN’ALBA
Sono figlia delle stelle, e di un’era che si chiude. L’apparenza si è palesata in tutta la sua falsità, mentre sotto la pioggia il gelso trasuda un canto viola che sale verso il bosco. Dio mi ha messo il verde negli occhi, e lo ringrazio di cuore, ma non mi spingo oltre il rosa che screzia le foglie del Flamingo. Sosto. È poesia, poesia di maggio. Nel punto in cui l’alba sgattaiola via dalla notte, lì, sosto. Dopo l’occhio, anche l’orecchio si fa verde. Respiro appena per non perdermi la melodia. La melodia di questa alba di maggio che canta tra gocce di pioggia sottile. In-canta.
CARTOLINA DEGLI INNAMORATI
Devo farmi venire un’idea.
La prima è sicuramente quella che, appena guarita, ti bacerò come si deve.
La seconda, è che mi sporgerò con il gomito dallo schienale del divano, quasi guardassi fuori da un finestrino di un treno in corsa, e penserò a cosa prepararti di buono stasera per cena.
I capelli sono tutti arruffati di vento e salsedine, ma, impegnandomi per bene, approderò a un menù. Un gatto mi guarda intenso. Telepaticamente sembra suggerirmi:” Pesce, pesce!”. Si tratta infatti di un gatto di mare. Gli rispondo che ancora non saprei, ma che parrebbe una buona idea. Con la scusa di pensarci un po’ su, prendo la strada del mare, quella con i pittospori in fiore. Mi pare già di vedere apparecchiato. Una candela arde in mezzo al tavolo piccolo e rotondo.
Ma quei due che vedo seduti sembra brillino di più. Poi quell’aria di salsedine che mi scompigliava i capelli mi porta un fiore profumato che si abbraccia a un boccolo chiaro. E la candela si spegne. Ora che sono guarita sembra proprio sia giunto il momento perfetto per un bacio come si deve. Il pesce, domani.
“È un granello di sabbia quello che mi hai tolto dai capelli?”. L’amore, a volte, è tenero.
“ Anche io, forse, ti amo ancora”.
Non c’è un amore uguale ad un altro. Questo, forse, mi spaventa un po’.
Ma è maggio, solo maggio.
LA PREGHIERA DELLE ROSE
Quando i grappoli del glicine lasciano spazio alle foglie e io posso fare slalom fra le rose, allora è maggio pieno. Le mie preghiere fluiscono abbondanti e profumano di acacia.
Penso che fra me e il mondo che mente ci sono molti cuscinetti: sono i cuori delle persone che amo e che mi amano. Sono molti. Ringrazio. Anche se sono dalla parte cattiva della vita posso alzare un po’ la voce e dire che non ci sto. E il mondo migliora. Subito.
23 maggio 2023
Siamo vivi per miracolo. Me lo faccio ricordare dal sole che mi accarezza paternamente la testa in questa calda giornata di maggio che ha aperto le porte alle libellule blu.
Solo ieri era nero di seppia nella mia cara vita domestica, mentre oggi il giallo esplode intenso sulla mia schiena. Quasi ardo seduta mollemente sulla panchina addobbata a primavera. Non sono più sola. Da molto. Ringrazio.
Dopo la panna con le fragole, il cielo ha deciso di cambiare e di fare scintille. Così, ancora seduta sulla panchina sorseggiando una tisana, assisto all’incontro. È il momento più bello. Nuvole grigie sfidano nuvole nere, mentre il vento sale e il bosco si piega. Chi vincerà? Senza dubbio, il sapore di mora. Mentre penso:” Quella donna intrappolata nell’auto mentre il fiume esondava, ce l’avrà fatta? Le felci ondeggiando mi dicono:” Forse sì”.
Adesso piove.
Ricapitolando dunque: nel bel mezzo di maggio mi sono fatta un varco tra le rose.
E dietro l’angolo giugno fa capolino. Lo attendo curiosa cercandolo di nascosto per non farmi scoprire mentre affogo il naso nel raso rosa di questa rosa. Il suo profumo mi dice “sì”.
ARRIVEDERCI A GIUGNO E GRAZIE PER ESSERE PASSATI A TROVARMI ALL’EREMHOME!