OTTOBRE

IN FABULA VERITAS

Toc toc.

“Ahia! Chi bussa alla porta della stanzetta delle meraviglie!?”, esclamo e mi domando io preoccupata assai, perchè quando sento bussare alla porta della stanzetta delle meraviglie son sempre sorprese grosse. Di là una vocina piccina piccina risponde:” Sono io, Demetriolino topolino, astronomo dei pianeti e delle stelle”.

“ Aaaa, lo dicevo io, qua non son sorprese, son sorpresone!”.

Mi affanno alla porta pattinando di ciabatte per far prima, perchè gli ospiti non si fanno mai attendere, e parte un dialogo che pare una specie di favola a rime.

“Qual buon vento ti porta qui all’Eremhome?”.

“ Vento d’autunno, caldo e avvolgente, amica mia. Ti devo proprio raccontare una storia assai strana, che io pur essendo un astronomo studioso di cose difficili, non riesco stavolta proprio a decifrare!”.

“ Dimmi dimmi, amico mio, ti ascolto”, e non faccio in tempo a invitare l’ospite inatteso ad entrare che già siamo sul divano a colloquiare.

“ Pensa, amica SaraBilla cara, che al Paese mio, molti molti e molti topi son rimasti intrappolati in una ruota infernale e non si riescono a liberare. Disse infatti un giorno un fanfarone, assieme a tutto il suo corteo trombone, che la ruota, se impazzava, alla salute e alla felicità portava. Che infatti tempo prima un virus sconosciuto s’era introdotto nel Paese e a seminar morte aveva provveduto. Dopo un primo momento di terrore io, analizzando la questione con più attenzione, con il mio telescopio girato al contrario vidi che si trattava quasi di un comune raffreddore, ma di un morbo poco naturale, che se non curi in tempo ti fa davvero ammalare, e da innocuo raffreddore può diventare mortale. Ormai la paura era così tanta da far perdere il senno a tutto il circondario, e non mi riuscì più di far ambasciator del bene, come di mio solito mi viene”.

“ Capisco”, rispondo io all’amico frastornato, “ ma non ho molti consigli da donarti, poiché anche gli esseri umani ultimamente qui son stralunati. Una medesima situazione si è creata, e la gente credulona è affogata. Direttori assatanati, ma neanche a dire incravattati, han venduto le loro ciance alle folle ipnotizzate e così, ahimè ,per molti si è creato un girotondo da sembrare un mondo furibondo. Perso il lume e la speranza, ora pensano solo a salvar la panza, mentre intanto per la ruota ne muoiono a milioni che neanche il virus faceva quei numeroni”.

“ Dunque, amica mia, che si può fare per salvare la situazione?”

“ Direi una bella divina invocazione, perchè il popolo del re ormai non può più salvarsi da sé ( anche se , dico io, basterebbe un po’ di buona volontà per attivare il libero arbitrio che ha altro che regalità!)”.

Acconsente il caro amico dopo lungo rimuginare, e ora noi una bella cioccolata calda non ce la faremo certo mancare, alla faccia dei mercanti del re, da cui non ci siamo per fortuna lasciati per nulla infinocchiare.

GLI ANGELI CAMMINANO

Il nazismo non è una questione di appartenenza politica, è un modo di essere: diabolico. Oggi molti dia-b-oli cavalcano il pianeta Terra travestiti da angeli. Dicono di esser buoni, di portare salvezza, e per dimostrare la loro essenza sfoggiano preziose elegantissime ali.

Però oggi gli angeli, quelli veri, non hanno le ali, ma due profonde cicatrici tra le scapole.

UNA PREGHIERA DI OTTOBRE

Le foglie di ottobre odorano di autunno.

Mi ricompongo nel sogno e al canto del pettirosso dico una preghiera al mio Signore:

“Signore, mio e di tutti, tu che sei l’ultimo scalino prima dell’Altissimo, a Te chiedo: “ Se posso incontrare Te scalando la montagna, Lui, invece, come lo posso incontrare?”.

E Lui mi risponde:

“ In realtà non credo che tu lo possa fare, ma intanto guarda il pettirosso e impara a volare”.

“ E se io volessi solo imparare a cantare?”

“ Cadrai cantando”.

CIELI

Cammino in punta di piedi sotto il gelso per non svegliare le sue foglie. Non voglio che cadano. Ma grondano luce argentea dalla luna piena, e non so quanto ancora potranno resistere. Ieri, l’ultima cosa che mi sono sentita dire dal torrente è stata:” Aspetto che lei mi si specchi dentro. È una vita che scorro tentando di incrociare le sue mappe celesti. Forse, prima o dopo, capiterà”.

Lo capisco, poverino, una luna così, enorme, lucente, brillante, può lasciare dietro di sé solo una folta scia di sospiri. Infatti io , uscita in giardino per ammirarla, appena me la sono trovata davanti ho emesso un acuto: “ uuuuu”, e così ho capito perchè i lupi ululano alla luna!” Sono esclamazioni di meraviglia che non si possono proprio evitare a una delle inquiline più belle del cielo di quaggiù. Sì, esatto, di quaggiù, perchè poi ce n’è un altro di cielo, ed è il cielo di lassù. Quello lo guardi a occhi chiusi quando, dopo il consueto scampanellio angelico nell’orecchio, l’antenna si risveglia e la comunicazione interiore ha inizio.

Prende il volo uno scambio di pensieri in assenza di pensiero. E prima incontro un Maestro, a gambe incrociate e vestito di rosso, e mi dice qualcosa che non so ricordare. Poi inizia anche la luna a maturare e dentro al suo faccione cresce un altro Maestro, quello grande, il più grande, quello bello, quello dei miracoli e di quell’amore che lascia tutti a bocca aperta. Sale e si ingrandisce con la luna, e dice:

“È iniziata la mia Era ”