ALBUM DI SETTEMBRE

Oggi che il cielo è pieno di nuvole qua e là screziate di azzurro e che piove una pioggia da magnolia più che da vendemmia, il giorno si presenta perfetto per un perfetto compleanno di Claudia. Allora io le preparo qualche regalello e tutti i miei pensieri volano via. Nasce un quadro-collage che ha del magico, a detta di qualcuno di casa che mi vuole bene e che ha il privilegio dell’esclusiva prima visione, dono che incarterò in un lilla delicato.

Sboccia una storia tutta ricamata su Claudia, che per me è una stella del firmamento, e la inzuppo di fiori e di candele profumate da far invidia a un abito di primavera. E poi la immaginerò gioire, e gioirò con lei.

DUE LUNE E DUE REGGE PER CLAUDIA

Quando vedi fino alle montagne nel rosso rubino tendente al rosa, e le lune sono uscite dal cassetto, è ora di tornare a casa. Il cielo chiama ancora, mi parla:” Hey, piccola scintilla del firmamento!”. Io mi guardo un po’ attorno, cerco di capire a cosa o a chi si stia riferendo il cielo. E di nuovo:” Hey, piccola scintilla!”, e io mi giro a destra e a sinistra e continuo a non vedere niente o nessuno che possa assomigliare all’oggetto del richiamo del cielo. “ Dico a te! Sì, dico proprio a te!”, mi dice il cielo un po’ divertito. “ Io?!!”, rispondo io. “ Sì, tu, proprio tu!”. “ Scusa cielo, guarda che ti stai sbagliando, io non sono una piccola scintilla nel firmamento. Io sono solo io!”, commento con gli occhi sgranati e tremolanti verso il cielo. E lui ribatte:” Ma come, non vedi che sei tutta vestita di luce? Non vedi i tuoi raggi lucenti muovere l’aria come faceva Giove giorni fa con i suoi satelliti allineati?” .“Io mi guardo e continuo a vedere solo me. “ Dai, su, sforzicchiati un po’”, insiste il cielo infervorato, “ levati quel velo dagli occhi, guardati e vediti per ciò che realmente sei, e fai un salto quassù. Osserva bene l’orizzonte. Non noti forse anche tu che pendo un po’ da una parte, mentre invece dovrei star dritto?”, e mi passa due splendenti gocce di pioggia sugli occhi che cominciano subito a vederci meglio, più grande, più profondo, più là. “ Sì sì, in effetti”, rispondo emozionata”, mi pare di scorgere un brillio addosso, e mi pare di vederti pendere un po’. Caspita! Che storia! E allora? E quindi?”, chiedo al cielo. E lui mi risponde: “ E allora e quindi ho bisogno di te, ho bisogno anche di te, per star su dritto, in armonia, e non cadere. E se ti vedi per quello che sei, volontariamente, consapevolmente, proprio così puoi aiutarmi a star su dritto in armonia e non cadere. Sforzati, sorridi e salta su!” . Allora mi sforzo, sorrido e salto su, e proprio grazie a me, che sono solo io, ma con un brillio addosso e due occhi svelati da due splendenti gocce di pioggia, aiuto il cielo a far la differenza, e lui torna dritto, in armonia, e non cade.

Ora che ho visto, ora che ho ricordato, non dimenticherò mai più che sono solo una piccola scintilla nel firmamento, ma che posso fare la differenza.

ANATOMIA DI UN SOGNO

Ho un sogno sulla punta della lingua e lo vedo con la coda dell’occhio.

Io e la mia stella a cuore sulla fronte ce ne andiamo per il giardino. Lei mi racconta tante cose, lei che è di lassù, e io l’ascolto incantata. Se non fosse per lei starei a guardare senza vedere, soccomberei all’ineluttabilità dei cicli e della noia delle foglie che, di nuovo, stanno per cadere. Invece lei mi dice:” Sara, guarda, vedi, e sii paziente! Non dimenarti nell’acquario come un pesce rosso che vede oltre il vetro e sa che aldilà di quella barriera corallina nuota libero l’oceano. Lo so che sai che la Terra è solo un gradino per la scalata al Paradiso”.

“ Ma io qui mi annoio!”, le rispondo io. “ Voglio tornare a casa, dove il verde è più verde e il blu è più blu. Dove non serve dire la verità perchè quella è già la verità, e non ci sono persone cieche e ripetitive incastrate nella logica dello spazio-tempo e incartate nell’ego a fare e rifare e a dire e ridire sempre le stesse cose.”

“ Sara”, insiste lei, “ non scalpitare come una puledrina! Continua a emettere la tua nota, continua a trasformare, continua a far viaggiare il tuo pensiero di un sogno che è realtà. Continua a scrutare oltre l’orizzonte celeste, a immergerti nella natura che è la copia imperfetta del sogno perfetto, e quando serve, combatti, di volontà, di pazienza, di costanza, di compassione. Poi danza, semina e danza, aspetta la luna che ti si intona, e ancora prega.”

Abbasso gli occhi in silenzio, scavo nella mia cassaforte e recupero qualche vecchia bacchetta magica. Mi serve un vestito nuovo per danzare ancora sotto la luna che mi si intona, e pregare.

Poi mi sveglio cantando. È il momento di sorridere e ringraziare. Piccoli miracoli sono compiuti. Io e la stella a cuore sulla fronte ci guardiamo di uno sguardo complice. “ Colazione?”, ci diciamo con aria divertita e beffarda, e prendiamo la via della cucina.

UN’ALTRA LUNA PIENA

Camminavo nell’ombra ma non inciampavo. La luna piena, che stanotte grondava energia dorata come fosse una cascata in festa, mi faceva luce come sempre, mi indicava la strada. È una strada di affetti e di abbracci morbidi, di lacrime calde che sanno di vaniglia, le mie. Poi bussa discreta una domenica di sole. La luna piena si è fatta trasparente nell’azzurro cenere, e io la sognerò. Intanto immagino una tavola imbandita degli ultimi colori estivi che si mescolano all’autunno spedito come un fiume che si getta nel mare, foce mista di gusti e di sapori. Vedo fichi violetti e giganti rose beige e crema, e ricordi di peonie. Realizzerò un bouquet variegato con tazze di porcellana e fiori sfioriti.

Un pizzico di petali e profumo di potpourri. Oggi un mosaico di celeste cielo e foglie verdi brillanti di gelso mi suggerisce che sarà una splendida giornata. Le lacrime calde che sanno di vaniglia dovranno proprio aspettare.

VARIE ED EVENTUALI

Indecisa fra il verde salvia e il rosa cipria, penso che me li ruberò entrambi.

Pigrizia, pigrizia, che dolce delizia.

Fuori piove, ma dentro di me torna il sereno.

Se non pubblico non vuol dire che non scrivo.

Scrivere non vuol dire essere scrittrice, come creare non significa essere artista.

A me basta essere me.

23 SETTEMBRE 2022

Un fuggi fuggi generale oggi all’Eremhome.

“ Hey, nuvole bianche e grasse, dove correte?”

“ Corriamo a comperare la panna prima che la pasticceria chiuda! Dobbiamo creare un effetto spettacolare in cielo! Corriamo! Corriamo!”

E le nuvole scappano via senza nemmenvisualizationo salutare, perchè altrimenti gli agognati acquisti se ne vanno a frittole. Ma come giro la testa verso sinistra, vedo altre nuvole arrivare.

“ Hey, nuvole nere, dove ve ne andate così di gran carriera?”

“ Ce ne andiamo a comperare il caffè, prima che il negozio di alimentari giù in paese chiuda. Dobbiamo creare un effetto sbalorditivo in cielo e ci servono gli ingredienti giusti, perchè un caffè non vale l’altro.

E le vedo scomparire in un istante dietro la collina portandosi dietro un rombo di tuono assordante.

Poi dirigo lo sguardo verso il prato grande e così, a mezz’aria, nè più su, né più giù, arriva frettolosa e zigzagante una farfalla bianca.

“ Hey, farfalla bianca, dove te ne vai così frettolosa e zigzagante né più su, né più giù?”.

“Svolazzo in un negozio di tecnologia a prendere una videocamera. Il vento impetuoso mi ha detto che le nuvole oggi stanno apparecchiando un cielo tra lo spettacolare e lo sbalorditivo, e non me lo voglio proprio perdere.”

“ Ma, come mai tutto quel fervore lassù?”, mi domando fra me e me”, e il vento impetuoso che mi ha letto nel cuore mi dice:” L’equinozio d’autunno quest’anno ha ordinato una quinta speciale. Ha chiesto uno sfondo cappuccino tiepido con molta schiuma, al bar in città, e tutti gli attori coinvolti, in primis le nuvole, si stanno scapicollando per accontentarlo!”

“ Uuuu, capisco!”, rispondo al vento impetuoso”, quel bar lo conosco bene anch’io! Serve dei cappuccini davvero entusiasmanti!”. E mi metto a correre anch’io, che quest’anno il cielo cappuccino tiepido con molta soffice schiuma per l’equinozio d’autunno, come la farfalla, non me lo voglio proprio perdere!

MESSAGGIO

Stato meditativo.

Ascolto il messaggio:

“Purificatevi!

Convertitevi!

Aprite gli occhi!

Non piegatevi alla diabolica menzogna!”

Torno infreddolita e fosforescente. E piena di pace.

PASSAGGI

Ho di nuovo bisogno di incontrare la luce. Ho sempre bisogno di incontrare la luce. A volte dimentico che è possibile. Quando me lo ricordo sorrido e sospiro. Oggi piove. Voglio parlare alla pioggia. La pioggia di settembre non è come tutte le altre piogge. È diversa. È speciale. Arriva vestita di colori nuovi, e già profuma di verde muschio, di terra bagnata, di autunno. La pioggia di settembre è come un portale, anzi, come un arco, anzi, come l’arco di lauri rossi che abitano dietro la casa.

Non c’è un cancello, ma segna ugualmvisualizationente un confine, un confine immaginario, ma reale, fra il loro e il nostro, fra il dentro e il fuori. Se sei dalla parte del fuori, ed è fine estate, stai certo che dopo la pioggia di settembre lo attraversi e sei dentro. Dentro cosa? Dentro dove? Dentro un altro tempo, dentro un tempo, dentro una memoria. In fin dei conti cos’è il tempo se non una memoria? La memoria non ha tempo: o c’è o non c’è. O ricordi, o non ricordi. E i ricordi che ricordi sono tutti vicini, senza un prima e un dopo, e stanno insieme.

Viaggiando su questi pensieri, saltando da uno ad un altro, ne piglio uno a caso. Ti ricordi la sfera di luce uscita dalla mia mano sinistra? Com’era soffice e calda. Dopo averla dondolata e accarezzata un po’, l’ho soffiata via, l’ho regalata. E le foglie abbronzate dal sole di agosto, le ricordi? Sì, le ricordo, e le vedo ancora dalla finestra, sfiorate appena dalle ultime farfalle viola. Ti ricordi i fiori di ibisco, altalene per i bombi, e il caldo del sole sulla pelle? Sì, ricordo. Ma ho voglia di nuovo, di esperienze nuove. Torno a quell’arco in giardino. Mi giro. Saluto le memorie, saluto l’estate. Sorpasso l’arco del tutto. Un passo ed è quasi autunno, tutto da inventare.

BUON AUTUNNO A TUTTI!