8 MAGGIO

In uno spazio e in un tempo che assomigliano alla primavera, il richiamo concitato di meraviglia della mia vicina di casa copre per un attimo lo scalpiccio del torrente lungo le due rive che portano al paese fuori dalla Contea di Kenelot. “ Signora Sara, signora Sara!”, sento esclamare a gran voce dal vialetto che conduce al cancello dell’Eremhome, “ vieni a vedere, presto!”. Io, con le mani al solito impastate di colore, a quel grido accorato, butto gambe all’aria tempere e pennelli e, una volta mirate bene le ciabatte morbide di peluche, mi affaccio alla porta della stanzetta delle meraviglie,verifico la fonte del richiamo, giro a sinistra passando sotto l’arco di glicine abbarbicato alla magnolia e mi dirigo verso il cancelletto dove la vicina si agita un po’ convulsa. È piccola di statura, la mia vicina, capelli argentissimi sberluccicanti al sole di maggio, gli ultimi raggi obliqui del pomeriggio che fanno madreperla. Mi affaccio al cancelletto, guardo in giù, e la vicina, con due occhietti verdi color d’acqua di neve sciolta, guarda in su, sorride, e indica con la mano una porzioncina di cielo basso sopra il viale e “ Sara, guarda!”, mi dice, “ ci sono le rondini!”. Una nube nero-bianca infatti volteggia proprio sopra il vialetto. Le rondini sono impegnate in un minuetto festante e dal gruppo in volo, a turno, cadono in picchiata radenti la stradina di ciottoli sconnessi e prendono di mira le finestre al primo piano del mulino, a fianco della terrazza. “ Signora Clara”, chiedo rivolgendomi alla piccola gnoma in grembiule, “sì, le vedo, ma cosa stanno facendo?!!”, dimostrando il mio pieno stupore. “ Portano doni!”, mi risponde la mia interlocutrice accompagnando delicatamente al petto in un gesto di gratitudine le mani dalle dita un po’ nodose . A ben guardare, infatti, ogni rondine in rapida discesa verso la grande casa in pietra trasporta un pacchetto regalo nel becco. “ Ma quella verso cui volano le rondini è la tua stanza del cucito!”, faccio notare sorpresa alla piccola gnoma Claretta”. “ Siii!”, dice lei euforica. In effetti, la stanno rifornendo di nuovi arnesi per il cucito! Impacchettati a dovere arrivano forbici, rocchetti, aghi, metro da sarta e , dulcis in fundo, sorretta in volo da un gruppo di rondini un po’ più robustelle delle altre, una macchina da cucire da far invidia al più creativo, estroso, bizzarro sarto di Versailles! Io e Claretta ci teniamo per mano in adorazione durante la sfilata di doni, mentre una farfalla intrufolatasi a chiudere il sipario, fa svolazzare in aria uno strascico rosa a forma di cuore riportante all’interno la scritta:” BUONA FESTA DELLA MAMMA!”.