APPUNTI DI VIAGGIO E PALLONCINI

Non sempre vedo. Pur guardando. Per vedere, vedere veramente, nelle cose, in profondità, c’è bisogno che il segreto voglia essere visto. Stamattina, guardando fuori dalla finestra, ho incrociato lo sguardo del segreto: oggi era complice. Mi ha suggerito cose che immaginavo, ma non sapevo. Una fervida fantasia non sostituisce l’esperienza. Ho fatto l’esperienza. Così sono partita verso il giardino con il taccuino degli appunti nella mano sinistra e la penna indaco nella destra, con i calzettoni di lana spaiati. Prima tappa: sotto il gelso. “Lo studio della metamorfosi da nudo a vestito”, considero fra me e me, “sta dando buoni frutti”. Non volevo perdermene nemmeno uno di istante fra i tanti della vestizione, e così sta avvenendo. Con il segreto complice, vedo una foglia che si specchia morbida in una gocciolina di pioggia appesale di fronte. Canta, la foglia, mentre si liscia i capelli, una ruga che le fa da spazzola. “ Ciao foglia di gelso che ti specchi morbida in una gocciolina di pioggia di fronte a te”, le dico. “ Buongiorno a te”, mi risponde cordiale la foglia. “ Lo hai scoperto il segreto, il mio segreto, mio e delle mie sorelle?”, e sorride ricambiando il mio, di sorriso, che dopo sempre oggi, solo oggi, scopro, complice il segreto, che le foglie di gelso crescono specchiandosi nelle gocce di pioggia e pettinandosi con le rughe. “ Non sapevo che dei bruchi pelosi e cicciotti vi aiutassero a stendervi, a stirarvi al vostro nascere!”. “ Lo so! Son cose per pochi! Il segreto è complice di chi guarda dentro e gli dà tempo. Con chi si dà il tempo. Il trucco sta lì”. Annoto sul taccuino, saluto, rifletto, avanzo, per il giardino. A falcate brevi, con i calzini spaiati, lungo il sentiero dei noccioli, sbocco a una riva sopraelevata che scivola verso il torrente. Il segreto mi suggerisce ora di fermarmi qui. Ho tempo. E allora lui parla indicandomi la distesa di pratoline spontanee: una marea! Ma anche i non-ti-scordar-di-me non scherzano in quanto a numero. Ondeggiano alla voce del torrente che corre rapido più giù, dopo le ultime piogge, e solleva la sua aria fresca verso riva. Tra i fiori danzanti, noto una pratolina che ha occhi solo per me. Oggi il segreto ha parlato anche a lei. Ci guardiamo sorprese negli occhi, io e lei. È uno sguardo di meraviglia, e di intesa. “ Tisanella?”, mi dice trepidante. E io, pensando “ è fantastico, sto per entrare a casa di una pratolina”, annuisco felice, i piedi con i calzettoni spaiati che non toccano più terra. “ Oggi vedrò la casa di una pratolina! Sono sicura che le pareti della cucina sono rivestite di decori a stucco acquarellati a tinte pastello!”, e mi infilo dentro volando. Brindiamo a tisanella, spirito di fronte a spirito, scambiandoci gli esiti delle nostre scoperte. “ In confidenza, dimmi, ora che siamo amiche di segreto, qual è l’ultima cosa che hai scoperto?”, mi domanda il fiore sorseggiando la bevanda calda ai frutti di bosco. “ Ho scoperto che si può piangere senza disperazione per alleggerirsi il cuore, guardandosi dall’alto mentre lo si fa. Perchè fa bene, ogni tanto, se serve, anche più volte di seguito. Poi strizzi il cuore, e lo metti ad asciugare al sole di aprile. Sai, gli esodi sono necessari, insegnano molte cose, e anche se a volte sembra che non finiscano mai, poi finiscono, perchè tutto finisce, per far posto a un nuovo inizio”. “ Aaaa!”, commenta la fiorellina” ecco da dove arriva questo profumo di ammorbidente, dal tuo cuoricino fresco fresco di bucato!”. Mi nascondo gli occhi dietro una ciocca di capelli per la timidezza, ma oggi il segreto parla, e non mi posso trattenere. “ E tu?” Cosa hai scoperto ultimamente?” Così procede a lungo la conversazione, per quanto non so. Finchè il segreto vuole, immagino. Tanto, io ho tempo. Poi sento che qualcuno da fuori, o meglio da dentro, perchè dentro e fuori, quando parla il segreto, sono relativi, mi chiama, e all’improvviso realizzo che oggi è un giorno di festa. Qualcuno di importante all’Eremhome compie gli anni, un’altra festa deve essere allestita. Con gli angoli della bocca spruzzati di zucchero dei frollini svedesi offertimi dalla pratolina, recupero il mio taccuino di appunti, la mia penna indaco, abbraccio la fiorellina e” ci rivediamo presto, a festa finita, se la porta del segreto sarà ancora aperta. Grazie per la tisanella!”, dico alla fiorellina che mi risponde:” Non pensare di andartene prima di avermi dato il nome del tuo ammorbidente!!”.” Fiori di campo”, le rispondo già lontana, e sento che ringrazia, mentre il segreto chiude la porta.

AUGURI AMORE MIO!