Primo corto
Base Eremhome chiama Cielo, base Eremhome chiama Cielo.
Con questa formula è iniziata oggi la mia preghiera. Serve un raccordo, un punto d’incontro, perchè sento un’affinità tra l’Eremhome e il Cielo. Mi guardo brevemente intorno: trovato!! La magnolia!!È rosa! È tutta rosa! E il Cielo? Anche.
Secondo corto.
Ci sono diversi luoghi all’Eremhome che mi invitano a soffermarmici, ma in alcuni la penna scorre più lieve e rapida sul foglio. Uno di questi luoghi è un meraviglioso sasso rivestito di meraviglioso muschio che mi fa da poltrona quando la temperatura mi consente di sostare più a lungo all’aperto. Il meraviglioso sasso rivestito di meraviglioso muschio è affiancato da un acero flamingo amico di famiglia da quasi un trentennio. Seduta sul meraviglioso sasso rivestito di meraviglioso muschio dunque, corredata di binocolo, punto il flamingo e, con qualche amiciamicia intorno, attendo pazientemente la svolgitura delle foglie. Non voglio perdermi nemmeno un vagito di questa primavera molle, già stanca, riversa su un fianco, a contare lentamente la vita nuova che deve recapitare ancora. “ Ti prego, primavera molle, non mollare!”, le chiedo accorata, e lei mi risponde:” Quest’anno non volevo nemmeno arrivare. Sono stata scansata troppe volte negli ultimi tempi dalle logiche di violenze legalizzate di certi ominunchioli che non sto nemmeno a nominare. I capolavori non possono, non devono rimanere inevasi. E qui c’è troppa distrazione. Me ne andrei a fiorire più in là”. “ Ti prego, primavera molle, resta, passa e torna, che senza di te non sarebbe rosa per i tanti che lo aspettano, che ti aspettano!”, le dico ancora più accorata, con il mio cuore proprio in mano. “Vedi come palpita? Si agita! Mi dice:” Voglio uscire! Fammi parlare con lei”. Così l’ho tirato fuori dalla cassaforte e ora te lo passo in viva voce”. E il cuore:” Primavera, primavera molle!”, supplica stando in mano, “ guarda come palpito! Mi sono vestito di rosa acceso anch’io, per esserti in tinta. Ti prego, ascoltami! Come me siamo in tanti, in fila, tutti rosa, ad aspettarti, ominunchioli innominabili a parte, e ti imploriamo: resta, passa, torna, che senza il rosa proprio non si può stare. Altri di noi vogliono entrare a far parte dell’esercito di cuori in mano, e le foglie del flamingo attendono il tuo rosa per vagire in duetto con il verde. Ti prego: resta, passa, torna!”.
La primavera sembra intenerita, gli occhi semichiusi e la bocca con appena appena gli angoli all’insù.” Tieni, l’ho appena pescato dal cielo. Quest’anno, lassù, va di moda”, e la primavera passa al mio cuore in mano una soffice palla come di cotone. Guardo bene: è un dado di acquerello, e dice al cuore: “ Bene! Ora prendimi, vai , e colora!”