MIRACOLI E POLPETTE

MIRACOLI E….

Ok, vedo miracoli dappertutto, si sa, ma questa storia è sorprendente davvero. La vita è sorprendente davvero. Sul mini tavolo della nostra mini cucina mi vengono a sorpresa recapitati dei rami di gattini ( gattici). “ Sono dell’albero abbattuto in autunno nel prato grande”, mi viene detto dal promotore della sorpresa, un certo cavalier Teo, che si è premurato di alloggiare i rametti in un improvvisato vaso recuperato da una piccola bottiglia di vetro. Il quadretto mi produce una tenerezza inaudita, e mi giuggiolo un po’ a ringraziare. Poi realizzo l’immenso: i rami, posti a fianco dell’albero tagliato, tagliati anch’essi, da mesi, hanno comunque prodotto delle gemme! E allora mi esorbito nella incredulità più grande: ma quanto dura la vita, in un ramo spezzato, che credevi pronto per il fuoco, quanto vive la vita?! Che vita, la vita! Accarezzo le gemme morbidissime e pelose e…

“Che solletico mi fai?!”, mi dice una di loro! Io mi congelo nel gesto, faccio un passo indietro, anche se avvezza ormai a questo genere di cose che son di casa all’ Eremhome. Metto a fuoco gli occhiali, e scorgo due occhietti allegri nascosti appena nella peluria grigia della gemma. “ Eravamo già state programmate, a settembre, quando l’albero ha toccato terra anche con la sua folta chioma. Io e le mie sorelle avevamo un sogno: nascere! Perchè sappiamo quanto a te piacciano i gattini. E tu ci guardavi sempre sempre sempre dalla finestra, mentre scrivevi le tue storielle, prima che l’albero toccasse terra anche con la sua folta chioma. Così siamo nate per te, gemme di gattini, trattenendo la vita nel respiro, trattenendo il respiro. Finchè Teo non ci ha sentito chiamare, e ci ha raccolte, noi, attaccate ai rami, e ci ha portate qui da te. “ Rimango in silenzio con un nodino in gola. “ Non ho parole”, commento commossa. “ Siete più che vita, siete un altro miracolo nella nostra mini cucina gialla e rosa. Vi posso fotografare? “ Certo!”, mi risponde la gattina sorridente, “ basta che ci metti sullo sfondo i pois”. D’accordo”, dico pacata con una lacrimuccia sull’angolino dell’occhio, e parte un altro servizio fotografico.

…POLPETTE

Il giorno si spande presto. Un raggio di sole, a piccole porzioni, si distribuisce sul fianco della collina e poi deraglia trascinandosi dietro ombre di abeti, larici e castagni. Cosa farò oggi? Come impiegherò il tempo? Non ci sono dubbi: voglio produrre condivisione. Voglio condividermi. E quanto? Al 100%. Vorrei essere una bella fetta di torta, tutta a strati colorati.

Mi vedrei arrivare da sopra una forchetta. “ Hey, forchetta!”, le direi, “ mira bene, dall’alto in basso affonda, e prendilo tutto, questo spessore, che mi voglio regalare nella profondità, nell’integrità, nell’interezza! Dare una briciola sola di me non mi basta. Voglio dare di più. Niente economie! Con questo pensiero che mi governa l’orizzonte mattutino, programmo i gesti facili che sono il mio naturale quotidiano. Penso ai lavoretti, al pranzetto, alla cenetta, e tutte queste doppie t mi suggeriscono già il menù della sera: polpette! E sia! Saran polpette!

Come faccio le polpette? Nell’unico modo in cui mi piace farle, e penso che magari a qualcuno piacerebbe pure assaggiarle. E allora faccio un video, e allora facciamo un video, Gaia e io, così si vede che sono facili, che sono veloci, e forse saranno pure buone!