MENO DI UN POCO A PRIMAVERA

A lungo termine la vita ha sempre successo, la vita è sempre un successo. Penso all’oggi, alla moda imperante della paura, e a come la si preferisca alla verità. Tra una paura pagata a caro prezzo e una verità gratuita sgorgata dal cuore, la prima è di gran lunga la più gettonata. Rifletto sul fatto che ciò che deve fare un malato per guarire non è molto diverso da ciò che deve fare un sano per mantenersi tale, perchè i sani non sono dei privilegiati, ma anime consapevoli di sé e autoresponsabili. Allora, mi infilo i guanti da giardinaggio, che qui all’Eremhome si scrive “GARDNEING” e si pronuncia “gardneing” con la G di gentilezza, indosso la cuffia antibrezza con i brillantini, perchè a me i brillantini piacciono tanto, ma proprio tanto tanto tanto, e non ci posso fare niente, ma proprio niente niente niente, ed esco in giardino con l’idea di fare un po’ di repulisti dalle foglie secche. Il sole è tiepido, e lo spazio dedicato agli anemoni, e le ciotole grandi, vanno risistemati. Il solitario passatempo ristoratore dai miei pensieri a breve diventa meno solitario. Prima sopraggiunge un cagnolino morbido tinta caffelatte, poi a rinforzo arriva Poppi Poppina micia con i suoi sei chili di dolcezza bianca e nera e mi si posiziona caramente in braccio per aiutarmi, con un’affondata di unghie nelle mie povere gambe, per giunta! Poi mi spodesta e fa tutto lei, e io vengo retrocessa a fotografa.

STORIELLA

Il piccolo pezzo di prato disteso dietro al gelso si ammorbidisce nel giallo primula appena spuntato, e si sgranchisce un po’. “Mi sveglio o non mi sveglio,mi alzo o non mi alzo?”, dice sotto la terra argillosa una talpa con i riflessi ancora non prontissimi a schivare i sottili raggi di sole che filtrano dal bosco laggiù, a destra. Sembra una giornata pigra, una delle tante che si susseguono qui all’Eremhome senza lasciare tracce evidenti del loro passaggio. Eppure, anche a non cercarlo, qualcosa accade sempre. La talpa, circondata dalla torre di terra prodotta dal suo recentissimo scavo, si stropiccia gli occhiali in tinta con l’erba, e si mette a scrutare il cielo.” Chessuccede di nuovo qui in superficie? vediamo vediamo marzo tenerello cosa ha portato!”.

“Intanto per cominciare ci sono io!”, esordisce un pettirosso avvezzo alle alzate di primo mattino.

Lui sì che non attende convincimenti per uscire dal nido intiepidito dal riposo notturno. Qualche goccia di brina rugiadosa nascosta negli angolini bui del prato e gli occhietti brillano in un lampo. Poi un salto, un voletto al volo, ed eccolo lì a gorgheggiare un saluto alla talpa affiorata dal terreno. “ Un concertino per iniziare la giornata! Propiziatorio! Mi piace assai!”, commenta l’animaletto che, richiusi gli occhi, si mette ad ondeggiare nella melodia. “ E poi?! Cos’altro mi porta questo marzo tenerello?”. “ Beh, sicuramente, ancora un bel po’ di freschiello!”, commenta il pettirosso che nel frattempo si è avvicinato alla talpa con un volo radentissimo. “ Guarda”, dice al nuovo amico, “ hai il naso tutto viola per il freddo!!”. “ Eh sì”, commenta la talpa, “non a caso tu indossi un cappello di lana con pon pon”. ” Già!”, commenta il pettirosso.” E la talpa aggiunge: ” Quest’anno il freddo non molla! Tanto tanto che sono venuto su trivellando a più non posso fra le zolle ancora gelate sotto terra!”. Poi si sente un fruscio, come di strascico di tulle, ma al vento, e compare una prima farfalla, gialla.

E poi un’altra, rossa a puntini neri, più in là, e poi un’altra rossa, e una gialla ancora. “ Ma allora…ci siamo!”, esclama la talpa con le lenti degli occhiali un po’ annebbiate di condensa, “ pian pianino, la primavera, fa capolino!”, e dal suo osservatorio la giornata appena cominciata ha già fatto un bel bottino!

FINE