DICHIARAZIONE D’AMORE

Dopo l’intensa nevicata, una coltre cristallina ha ricoperto i prati dell’Eremhome. Una miniera di silenzio, fiocco dopo fiocco, si è depositata tutto intorno e, a maturato pomeriggio in quel grigio-celeste, Tonino Indaco ragazzo fiordaliso e Diamantina coniglia, furtivi e sognanti, combriccolano di far pupazzi di neve. Il progetto, da quanto si apprende dai loro discorsi ricamati di tacita intesa, è impegnativo. “ Facciamo, facciamo…due pupazzi di neve!”, esclama Tonino entusiasta per la trovata. “ “ Di solito se ne vede uno soltanto. Eh?Diamantina?! Non ti sembra un’idea fantastica?”. “ Ma va là!”, dice lei sarcastica smontando l’euforia di Tonino, “ non mi pare questa grande genialata. Uno o due, sempre pupazzi di neve sarebbero. Invece…”, e rimugina muovendo il suo nasino peloso e rosato, lei bianca più bianca della neve, “ perchè non creiamo due orsetti di neve? Scostiamoci dal solito, dai! puntiamo a qualcosa di davvero originale!” Tonino traballa un po’, poi gli esplode sul viso un sorriso da schianto che illumina tutto l’Eremhome, ed esulta dicendo:” Siiiiii, fantastico, meravigliosissima idea! Avanzino i lavori!”. Diamantina gli balzerella euforica in testa, si distrae per un attimo ad annusare i capelli di Tonino profumati d’indaco, e poi parte la grande opera. Non so dire quanta magia si sia messa in moto per il mitico progetto, ma a sentire la gioia intorno direi parecchia. Il carillon stereofonico accompagna i due artefici con note che confondono i sensi per armonia e bellezza. Le cince e qualche pettirosso compaiono nell’area di lavoro incuriositi dallo strano fermento in atto, e poi si aggiungono una volpe, due scoiattoli, quattro tassi e l’occasione fa la festa. Tutti a lavorare, tutti a collaborare, tutti a contribuire all’opera sensazionale. Giusto in tempo sull’orlo del tramonto, che il cielo schiarisce dietro a un alito di vento e fa spazio alle stelle. Rimangono tutti così, attoniti, attorno all’opera compiuta, bella perchè bella, bella perchè fatta insieme. E Tonino sbadiglia, e Diamantina a ruota, e quella dolce spossatezza tipica della fine delle gite in montagna avvolge tutti, e tutti si ritirano a nanna. Restano solo i due orsi , così, tenendosi la mano, a guardare in su, il cielo fattosi stellato.

“ Ci amiamo?”, domanda l’orso, e l’orsa risponde:” Sì, ci amiamo”, sospirando. E continua:” E per quanto?”. E lui chiede:” Fino a domani, quando scalderà il sole, e torneremo a essere acqua?”, e sospira. “ No”, dice lei, sicura, “ fino a per sempre!”. E i due rimangono immobili tenendosi la mano, a guardare in su, il cielo fattosi stellato.

Poi, al mattino seguente, con il sole già alto, e caldo, e vibrante, tornano tutti attorno alle due pozzanghere d’acqua dove prima c’erano i due orsi, e le lacrime le gonfiano di commozione. Ma controluce, inaspettatamente, si vede che qualcosa si muove. Due nuvolette di vapore, a forma di orso, ondeggiano sopra le pozzanghere commosse. E c’e chi giura di aver sentito due voci ripetere da quei vapori: “ Fino a per sempre!”.