IN VISITA PARENTI

A cavalcioni di un fiocco di neve guardo giù e , cadendo, guardo intorno. Dove prima c’era vita, ora troneggia il silenzio. Mi aggrappo per un istante a una nuvoletta satolla, e così ho il tempo di rimirare il paesaggio. Vedo quadretti, momenti di una storia che non c’è più. Gaie risate, rimbombanti canti di gioia, riunioni conviviali, giochi. Vedo un’altra nuvoletta più giù, miro l’obiettivo, e continuo la discesa. Da lì si fa più chiaro il panorama. Una piccola casa, un torrente, alberi rigogliosi: un miraggio. Un soffio di vento mi spinge più in là, come il frutto del tarassaco, a ombrello, e rivedo i giorni di sole, e quelli di pioggia, e la luce è buona. Scorgo persone che non ci sono più, nella luce buona, e sorridono. Qualsiasi sia stata la loro vita, triste o felice, faticosa o leggera, sorridono, sorridono sempre. Sono indaffarati nell’aldilà, ma sorridono sempre. Non voglio scendere, ma è ancora inevitabile. Il fiocco di neve trasportatore si fa piccolo, e io invece pesante. Cerco una base su cui atterrare. Scruto l’orizzonte prossimo, e forse individuo qualcosa. Quello sembra un bel posticino. Sento un brusio, un chiacchiericcio indistinto, che man mano si fa più consistente, e comprensibile, e si fa canto, e si fa coro. Un fermento di meraviglia cresce d’intensità, e poi una luce, e armonia. Dico alla stella cometa:” Là, guidami là!”. E sono più vicina. Che congrega è questa, di mistici e di pastori, di saggi e di semplici, riuniti attorno al fuoco? E animali pii, e angeli svolazzanti! Forse ho capito!! Sto sorvolando il Presepe, il nostro piccolo Presepe, che vive fuori pochi giorni all’anno, ma che mi abita dentro sempre da sempre. La sua forza mi chiama, il suo potere mi attrae. È la luce nel mezzo il mio bersaglio, la base su cui atterrare. La punto e mi ci tuffo! L’ospite mi accoglie sorridendomi sereno. Mi dondolo un po’ in quella culla mangiatoia, abbracciata al suo abitante. Saluto i genitori del piccolo, stringo le mani ai pastori, accarezzo gli animali, mi unisco al coro. Mi faccio piccola piccola, ancora più piccola, e chiedo:” Questo tempo è un tempo duro per me e per la mia famiglia. Possiamo trasferirci qui finchè la lotta con la bestia nera non sarà conclusa?”. E la risposta dolce dalla mangiatoia: “ Fermatevi quanto volete”. M’illumino d’immenso, saluto il fiocco di neve, e chiamo la famiglia a raccolta. Ora sono anch’io serena e felice. Chi mi vuole mi trova nel Presepe.