PRIMO GENNAIO

Improvvisamente un tintinnio proveniente dal giardino. Chessarammai?! Un tintinnio ancora. Guardinga e intimorita mi incollo all’angolino basso del vetro della finestra e…nulla. Poi un bagliore, e un altro. Tonino apre corrucciato la porta della sua cameretta. “ Classico suono di stelle cadenti”, mi dice, “ sono stelle cadenti”. “Stelle cadenti??!!”, dico io sorpresa, “ in questa stagione?!Ancora!”. “ Ma non lo sai che adesso sono più cadenti che mai?”. “ Beh, no, non sono un’esperta, l’esperto sei tu, ragazzo fiordaliso raccoglitore di stelle, continuo a dirlo e a ribadirlo.” “ Attenzione pero’! Bisogna distinguere! Non tutte le stelle cadenti sono uguali: alcune sono vuote, e non producono nessun tintinnio cadendo, cadono e basta, per il gusto di cadere, di farsi un pisolino quaggiù. Altre invece sono piene”. “ Piene di cosa?”, chiedo io con gli occhi a forma di cuore, catturata dall’argomento. “ Piene di sorprese”, risponde Tonino rasserenato dopo l’attimo di trambusto da tintinnio appena avvenuto. “ E quali sarebbero queste sorprese?”, continuo io , presa dalla curiosità. “ Dipende, sono tutte una diversa dall’altra. Se vuoi usciamo a vedere.” “ Oh sì!”, esclamo entusiasta”. “ Però bisogna far piano, ed essere cauti: le stelle cadenti con sorprese dentro sono mooolto timide! Meglio non farsi vedere.” “ Allora ti seguo in silenzio”. Tonino davanti fluttuante, io dietro, in punta di piedi, raso raso il muro di casa e poi di soppiatto, tra un calicanthus e un altro, troviamo la postazione perfetta per un agguato visivo a un gruzzoletto di stelle cadenti piene di sorprese. Il luccichio che si intravede fra i fili d’erba spumeggiati appena di brina lancia piccoli bagliori intermittenti. “ Uuuuuh!”, esclama Tonino, “ deve trattarsi di stelle cadenti con sorpresa molto grosse!”. E in effetti il volume del bagliore aumenta per un momento di intensità, come volesse prendere un respiro profondo, per poi spegnersi all’improvviso. Restiamo quasi al buio, dopo la luce di prima, io e Tonino, aggrappati al ramo del cespuglio fra gemme profumate e rose di gennaio. “ Aaaaa, che bello potersi finalmente sgranchire le ginocchia”, sentiamo dire ad una prima voce bassa proveniente dal cumulo di macerie stellari. “ Siii, anche io non vedevo l’ora di atterrare le mie zampette su quest’erba deliziosa schizzata di brina!”, aggiunge una seconda voce più cristallina. “ Mah, mah…”, dico io a Tonino sottovoce strozzata dall’emozione,” sono due renne!!!…..rosaaa!!!”. “ Giaaà”, ammette Tonino, anche lui meravigliato. “ Sara, devono essere proprio le renne rosa che prima di Natale hai sognato arrivassero!” “ Caspita, non ci posso credere !” . E vacillo, e quasi cado dal ramo, e quasi mi faccio scoprire! Io e Tonino manteniamo lo sguardo fisso sui due che, dopo aver salutato la renna di luci Sigmund sulla collinetta, gli chiedono: “ Caro collega, un’informazione prego! Dove si trova il vischio per i baci del primo di gennaio? Abbiamo avuto notizia che qui ce ne sia un bel mazzo appeso, giusto giusto fatto apposta ad altezza di due renne innamorate che incaricano il primo dell’anno di assecondare l’attività che svolta in questo giorno speciale la propizierà per il resto dell’anno. E Sigmund, gentile, risponde: “ Sì, laggiù sotto le luci della sagra.” E un po’ gli viene da sorridere, conoscendo l’intenzione delle due renne. Affiancate dolcemente l’una all’altra scendono quiete giù per il vialetto che porta verso casa, guardando un po’ qui e un po’ là, e subito adocchiano il vischio agognato. Uno sguardo d’intesa e i due, presa bene la mira, giusti giusti proprio sotto il mazzetto appeso, si scambiano un tenero bacio. “ Ti amo”, dice lei “ Auguri di buon anno”, risponde lui, e per un attimo le livree rosa diventano incandescenti. E poi? E poi svaniscono, all’improvviso, e rimane solo il torrente coerente e corrente al mare. Io e Tonino così, a metà tra l’imbarazzo e la meraviglia, per la scena appena condivisa. “ Rientriamo va, che qua ne succedono sempre delle belle”. “ Sì, dico io, “ ti seguo”, rispondo a Tonino schiarendomi la voce. Una volta in casa però, come entriamo in salotto…sorpresa!! Le due renne!! sul tavolo!! A guardare in alto sopra il lampadario, sul soffitto “ Checchè!!??”, dico io il fiato mozzato! “ Sara! Le due renne!! Sono qui, proprio loro! A guardare altre stelle cadenti pronte ad atterrare a Kenelot! “ Stelle cadenti a sorpresa! Non c’è dubbio! “. Esclamo io sentendomi già esperta! Me lo dice il tintinnio che ha riempito la stanza!” E allora eccoci ora, in quattro, in salotto, io, Tonino, e due renne rosa, con i nasi all’insù, a cercare ancora stelle cadenti, il primo gennaio.