TE DEUM (serendipity)

L’ultimo giorno dell’anno sembra fatto apposta per un’attività appassionante da cui mi faccio prendere ogni tanto per passare bene il tempo, cioè mettermi alla ricerca di uno stato emotivo. E come si cerca uno stato emotivo? Beh, a volte si trova per caso. Ed è un bel caso. Poi magari lo ritrovo, dopo un po’ di cammina cammina, e allora è un gran bel caso. Con il tempo la memoria fa tesoro di tutti questi casi e, senza nemmeno accorgermene, dentro dentro si crea un bel gruzzoletto di memorie di stati emotivi. Li ho immagazzinati, perchè li ho provati, li ho vissuti, li ho sperimentati. E allora, se so che li ho, la ricerca si avvia felice, perchè il risultato è assicurato. E quale stato emotivo vado a cercare l’ultimo dell’anno? Sicuramente, dico io, quello che gli si addice di più è quello della gratitudine. Chi può dire di non essere mai stato grato a qualcuno di qualcosa, per qualcosa , nella propria vita? O anche solo a quel neutro qualcosa inaspettato che gli ha fatto esclamare esultante: “ GRAZIE!”. Quel giorno una piccola luce è andata ad abitargli dentro. E poi, chissà quante volte ancora, dopo quella volta. E allora? E allora mi fermo, e ricordo, e faccio rinascere quella piccola luce di gratitudine che ho dentro. È mia, mi appartiene, perchè l’ho creata. E allora? E allora ci torno, in quel grazie, perchè c’è sempre un motivo per ricercare lo stato emotivo del grazie. E allora? E allora grazie a quest’anno passato a dire grazie. Grazie alla gratitudine che esiste perchè le possa dire grazie, perchè possa dire grazie. E grazie alla gratitudine che sembra anticipata, ma non lo è mai, è solo dimenticata o non considerata, dovrò dire immense innumerabili altre volte ancora “grazie”, e non sarà più un caso.

(ringrazio l’anno passato con un bacino)

GRAZIE