SPARGENS ROSAM

Me ne andrei subito. Resto solo per tener fede al patto stipulato lassù prima di cadere, e per qualche anima amica e affine. “ Dai Sara, su, vai giù, abbiamo bisogno di rinforzi. Tu non sei una grande luce, ma sei, e tanto basti a renderti utile.” Così mi dicevano, e allora ho acconsentito. “ Quando sentiremo il tuo dolore, quando vedremo le tue lacrime per gli orrori del mondo, le nefandezze, le efferatezze, le torture, le ipocrisie, ecco, quello sarà il segnale. Allora capteremo la tua anima e verremo in soccorso. Senza sentinelle vigilanti nella sofferenza non possiamo fare nulla. Il mondo si forgia nel dolore. Tu soffrirai, e pregherai, e noi arriveremo!” . Oggi, nel dolore e nelle lacrime, ritrovo la mia utilità. Loro vengono. “Lui non deve vincere, perchè lui non può vincere. Il dolore di pochi sarà la salvezza per molti. Scrivi, ritaglia, incolla, spargi il rosa!”. Così acconsento. Scendo, esco, condivido, spargo il rosa, tento. Infatti ora, se guardi il pianeta Terra dall’alto e scorgi un minuscolo puntino rosa laggiù, beh, quello sono proprio io.

TUBA MIRUM

TUBA MIRUM SPARGENS ROSAM,

PER SEPULCHRA REGIONUM,

COGET OMNES ANTE THRONUM.

liberamente tratto dal “Requiem” di W. A. Mozart

scuse al Maestro