Diario di un’apprendista

C’è sempre una via d’uscita: un abbraccio, una parola di conforto, una persona più forte di te in quel momento pronta a supportarti. Un pensiero di bellezza che pesca la mente, le apre la porta sul retro e le indica la via per entrare nel giardino segreto. Quando ero bambina giocare a Barbie era il mio giardino segreto. Oggi è il junk journal. Ci provo. Vediamo cosa succede a imbastire la fantasia abbinando carta e bottoni, stoffa e fogli di cotone. Entro in salotto, guardo il mio banco da lavoro e sospiro. Ma allora è vero! Mani all’opera! Didattica in corso e stiamo a vedere cosa salta fuori. Ma, e se la porticina sul retro, la via di fuga, fosse proprio la via?

Quante volte a casa fra noi abbiamo riflettuto sulla relazione fra essere e fare, ponendo al centro l’autoresponsabilità nella gestione dei doni che certamente ciascuno possiede per rendersi fautori di sè stessi e della propria crescita. Allora, se non sono felice, consapevole dei miei doni, mi rendo capace di farmi felice per poi, a un grado superiore e permanente, essere felice. Oggi, per farmi felice, l’elenco degli ingredienti è il seguente: carta, nastro, feltro, stoffe, bottoni, kit da rilegatura…

Il mio primo prodotto di junk journal per fare felicità è una sciocchezzuola, certo, piena di imperfezioni! Ma io non devo essere perfetta, voglio essere felice!

Non sempre abbiamo un progetto o, se lo abbiamo, a volte è sfocato e indefinito. Piuttosto che rimanere inoperosa, personalmente opto per il laboratorio casual a far emergere qualche idea. Facendo si crea. E questo primo esperimento di junk journal è venuto proprio come non sapevo che potesse venire. Che meraviglia! Mi piace assai!

Non sembra nemmeno che l’abbia fatto io!

Sinapsi dell’Eremhome

Anime belle connesse all’Eremhome, vorrei condividere con voi una gran bella novità che riguarda la mia fresca passione per il junk journal e che si collega inaspettatamente a Tonino Indaco.

Che cosa centrano le due cose, direte voi? Beh, eccovi la spiegazione: sapevo che Tonino Indaco cercava casa, e la prima che ha trovato è stato proprio il mio primo esperimento di junk journal! Da lì la storia si è evoluta, e io e Tonino siamo diventati ufficialmente collaboratori! Mai e poi mai avrei immaginato che il ragazzo dei fiordalisi avrebbe scelto proprio me come narratrice ufficiale delle sue avventure, e tanto meno pensavo che decidesse di stabilire fissa dimora nei piccoli libricini che ho iniziato a confezionare a mano. Ne sono così fiera che l’entusiasmo derivato dalla cosa mi ha rifornita di idee e di energia per produrre molte altre dimore per Tonino, ognuna diversa dall’altra e personalizzabile per chiunque voglia adottarne una copia per sè o come regalo. Tonino sarà felice di entrare nella vita di qualunque cuore lo accolga attraverso le case-dimora che provvederò a realizzargli. Vuole portare luce, Tonino, lo ha chiaramente espresso, e io lo aiuterò a farlo. In fin dei conti, non poteva essere altrimenti, considerando che noi siamo all’Eremhome, la casa per antonomasia! Chissà come reagirebbe Jonny cronista che anela da anni ad un incontro con il suo idolo Tonino, a sapere che uno dei giganti dell’Eremhome ha il contatto esclusivo con lui! Staremo a vedere. Io per ora sto con la bocca cucita e non ci penso nemmeno a spifferare lo scoop. L’ho promesso a Tonino. Acqua in bocca.

A corollare questa news ecco un breve video che mostra il primo “libro-casa-dimora”, esempio di quella perfetta imperfezione che mi contraddistingue e di cui ho parlato precedentemente, e proprio per questo scelta da Tonino. Lo ammetto: la prima persona cui Tonino ha portato luce sono proprio io!