Racconto breve: strumento e fine

Tra i fiori di ciliegio e narcisi, Tonino Indaco viandante prosegue la sua ricerca verso il dove non so dove, brioso e leggiadro. Ha una melodia intorno di ali di farfalla e boccioli che si schiudono da far invidia ad una sinfonia d’archi. Si profila in lontananza una figura di giovane donna che si sposa e contrasta con il tutto intorno allo stesso tempo. “Toh, non mi aspettavo di incontrare qualcuno in questa valle incantata che non fosse imparentato con la primavera imminente. Forse mi viene data l’occasione di scambiare quattro parole dopo giorni di cammino silenzioso”. Tonino accelera il passo stuzzicato dalla curiosità e dall’appetito in un’ora adatta proprio ad una merendella. “Ci incontreremo per forza!”, pensa Tonino, “la strada è questa sola!” “Che bello”, pronuncia Tonino raggiunta la distanza dalla giovane che consente lo scambio tra gli occhi”. “Non mi aspettavo nessuno, e invece il sentiero mi propone una merendella in compagnia! Buongiorno! Io sono Tonino Indaco, ragazzo fiordaliso viandante di luce alla ricerca di un dove non so dove. Facciamo merendella insieme?” Due occhi neri profondi e un’espressione sorpresa non più di tanto, anticipano la risposta decisa: “Grazie, va bene. Il momento si confà. Io sono Annabè, educatrice di giovani maghi.” “Lo dicevo io che c’era da divertirsi, ma non avevo così tanta aspettativa! Che onore! Sei un incontro d’èlite. Ti prego, accetta un pò di nocciole e melograno, e racconta la tua missione che sono tutto orecchi!” “Missione?”, risponde Annabè allungando la mano verso quella di Tonino che promuove la sua frutta, ” beh, non l’avevo mai vista in quest’ottica”, dice Annabè,” però..sì..potrebbe ben esserlo. È per lo più un lavoro necessario, la cosa giusta da fare, spesso faticoso, ma d’altra parte cosa non lo è?! Coltivare maghi è la tappa formativa del momento. I giovani maghi poi…una nuvola di superba arroganza. Quelli ancora addormentati sono innocui, ma i già risvegliati, senza un dio, senza religione, sono solo prestigiatori. Difficili da tenere, indolenti alla luce, più narcisisti dei narcisi, cinici e resistenti al cuore”. Anime così le tieni solo con occhi scuri e profondi, che non abbiano da entrarti dentro, e guai a sbattere frequentemente le ciglia, chè loro in un batter d’occhio veloce hanno già frantumato qualcosa!”n”Uuu, cosa mi dici! A questo ha condotto la confluenza dei fiumi nel grande mare dello spirito! E io che credevo che sapere congiungesse automaticamente il potere al cuore!” “Raro evento, questo che citi Tonino, raro evento! Chi sa, in genere muove il potere alle mani e più spesso attorno all’ombelico, a sfamare insaziabili desideri, piuttosto che allinearlo alla Luce. Fossero tutti come te! Anche tu sei appena risvegliato, ma hai di tuo qualcosa che porta dritto al cuore. Solo chi ha frequentato la scuola suprema e sofferto già molto, riesce ad andare dritto al cuore appena gli si riattiva l’occhio interiore. Una bella sorpresa ti attende alla fine del tuo percorso verso il dove non so dove!”

“E tu, come fai a sapere meglio di me chi sono e dove devo arrivare?” , esclama sorpreso Tonino. ” Me lo dice il profumo e il colore viola dei tuoi capelli. Tutto di te mi dice cuore! Io , il mio l’ho rieducato a non illanguidire per non perdere l’efficacia del mio lavoro”, risponde Annabè, “ma se ne incontro uno lo riconosco all’istante.” “E il cuore”, chiede ancora Tonino, può essere un Dio o una religione? Perchè io so di essere un essere umano, ma non so se so essere umano. Imparare a essere umano vuol dire imparare ad amare, o almeno fino ad ora credo di avere capito così”.

“Certo!”, risponde Annabè, ” basta che sia interpretato come strumento e non come fine, come la maggioranza ritiene. Infatti il cuore è solo una parte e, sebbene risulti importante, non è il tutto. A vederlo come il tutto si fanno i disastri!”

Tonino rimane basito ma non smette di sgranocchiare noccioline. ” Grazie per la merendella insieme” dice ad Annabè con lo sguardo perso nel suo io.” “Non c’è di che”, risponde Annabè. “Grazie per la condivisione e per avermi ripulito gli occhi e il cuore. Beh, ora proseguo la missione, come tu la chiami!” “Beh, Annabè, è stato davvero, davvero esaltante questo incontro con te! Lo serberò nella memoria per imparare a trovare una misura nuova nel cammino verso la mia meta. Buon viaggio.” “Buon viaggio a te, Tonino, che ci sei più vicino di quanto tu non creda! Un giorno, davanti ad uno specchio d’acqua, lo capirai da te!”nI due si allontanano dal punto di incontro seguendo le loro direzioni opposte, rosso rubino macchiato di viola Annabè, indaco Tonino, pieni di bellezza, labbra di melograno.

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