Giardino interiore

Parte I

Le esperienze interiori sono la base della mia ricerca spirituale. Niente che non sia passato attraverso un vissuto può ritenersi realmente valido a costruirsi un’opinione personale su cosa sia un’autocoscienza. La fede anticipa, ma solo l’esperienza conferma.

Se c’è chi indica la strada, questa poi va percorsa con le proprie gambe. Un evento raro è quella della luce gialla. Entrare nella luce gialla è come penetrare un’oasi leggera di pace, di dimenticanza dai fardelli materiali, dagli affanni che schiacciano il cuore e stordiscono la mente. Galleggiare nella luce gialla ristora rinfranca riposa quieta. Rientro riappacificata e sanata. Per il momento non ho ancora imparato a recarmici autonomamente. Serve l’invito. Se ci sapessi tornare da sola, sarei più là che qua…beata ignoranza.

Parte II

Non aspettare che finisca, perchè non finisce: cambia. E cambia in continuazione. Fuori dal caos delle emozioni e dei pensieri. Oltre. Morire e rinascere, morire e rinascere. succede continuamente. Passaggi minori, passaggi maggiori. Salti da un colore a un altro. Quel nastro che corre nel cielo, nello spazio interiore, un continuum senza sosta. Maturo il conforto nella visione. I confini si aprono. Le asperità si sciolgono in pianura. Dalla fonte, speranza di soluzioni senza fine. L’ondeggiare si fa morbido. Lascio andare, lascio andare, lascio cambiare. Dal vecchio al nuovo. L’abito muta cangiante, rinverdisce, appassisce, si ricompone, risale. Ora è oro. Motivi di fresco. Onde blu e rosa, scintille. Lento al centro, veloce sui fianchi. La corda del Salmista melodia infinita. Entro di nuovo nella stanza buia: un attimo, poi è di nuovo l’alba.