Stamattina il pruno Rosabruno mi ha avvisato di un chiacchiericcio insistente provenire dal sottobosco e, dato che lui per ovvie ragioni non può muoversi, ho deciso di assecondare le sue allarmate richieste e sono partita in perlustrazione. In effetti, non è stato difficile decifrare quel vocio sommesso: bucaneve in avanscoperta! A gruppi, o in solitaria, hanno iniziato a far capolino da sotto la coperta di foglie. Per essersi appena svegliati devo dire che non mi hanno trasmesso alcuna impressione di sonnolenza. Caso risolto dunque. Ho rassicurato il pruno, che si è scusato per avermi richiamata inutilmente. L’accaduto però mi ha portato a riflettere su come la Natura abbia tempo e si organizzi in una ciclicità che però non è mai uguale a se stessa, ritmata da cadenze sfumate, senza angolature, senza spigoli. I bucaneve già chiamano le primule, come l’inverno già si assottiglia in primavera e questa si mostra con delicate anteprima. Proprio come noi esseri umani, che di questa natura facciamo parte, ma solo in parte, e che abbiamo il privilegio della esistenza che è un momento di compartecipazione alla Vita da un punto di vista davvero unico. Ogni giorno che passa è un po’ più primavera, ogni giorno che passa è un pò più conquista di eternità.