Accendo una candelina rosa dopo averne aperto una confezione nuova con le forbicine viola a pois regalatemi da mia sorella qualche po’ di tempo fa. Siamo in un altro ciclo lunare e non si sa agosto cosa porterà. Tanti anni fa un agosto si era portato via una nonna, una mia nonna. Dio solo sa se le volevo bene. Se ci penso, la sento ancora ridere! Un sorriso splendente. Fra tutte le anime di famigliari partite da questa Terra, lei è sicuramente quella che di là incontro meno spesso. Incontri sfumatissimi, forse uno o due. Ma ha fatto in modo che in un paese lontano incontrassi una persona che le somigliava molto fisicamente, e quello è stato, all’epoca, il suo modo per salutarmi non avendolo potuto fare prima di volare lassù. Dio solo sa quanto ho pregato perchè restasse. Ma allora ancora non sapevo come funzionano queste cose: avevo solo dieci anni. Oggi aspetto quel momento in cui tutto è possibile. Mi dirigo in giardino, al pruno Rosabruno. Non so se il momento in cui tutto è possibile sarà ora: quello viene quando vuole. Ma forse qualcosa accade. Soffia un vento caldo, da sud. Delicatamente i rami di Rosabruno iniziano a ballare. La foglia più prossima a me decide di regalarmi una carezza sulla guancia mentre tutte le altre improvvisano note di carta. Lì per lì non ci faccio caso, ma poi la musica si colora via via di più che passa il vento, e allora capisco. Grazie nonna! Scriverò una piccola storia di te lassù che baci me quaggiù. Intanto rientro. C’è una candela rosa accesa da ammirare che mi aspetta. È per te.