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Se dal Nome della Rosa abbiamo tutti capito che c’è poco da ridere, ugualmente c’è poco da sorridere quando dico che l’ulivo di casa, Oliver, comunica con me correntemente e che da lui mi aspetto sempre opinioni rinfrancanti e di supporto. Qui all’Eremhome, a forza di pregare e meditare, il velo della materia si è un po’ consunto e lascia trasudare i mondi sottili come la manna dal frassino. Così, le voci degli esseri del Regno di Natura affiorano più agevolmente, le luci, i colori, ed è un gran bel parlare. La scorsa estate un gruppo di giovani locali si è riversato nel torrente sotto casa per ristorarsi dalla calura, che sarebbe lecito a farsi se nei modi corretti, ma non si sa nè per come nè perchè, ha razziato a suon di mannaia e sega una bella quantità d’alberi che sono sì dell’Eremhome, ma sono pure di loro stessi alberi. Lo sciagurato avvenimento, che purtroppo ha trovato più repliche, ha scosso l’intero ecosistema sottile e non, e lo sgomento della fauna tutta, di questo luogo santo che sta a metà fra cielo e terra, ed è stato un gran dolore per tutti gli esseri del bosco e di noi dell’Eremhome. Un albero tagliato si è fatto fotografare a testimoniare l’insulto della strage subita.
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Io, che ho raccolto la sua sofferenza, gli ho promesso che avrei fatto del mio meglio per evitare che un simile episodio potesse verificarsi ancora.
Così, ai confini dell’Eremhome, ho provveduto a seminare dei cuori e ho redatto un breve messaggio di pace: “Che questo luogo ti ispiri una preghiera e un pensiero gentile.”
Per noi dell’Eremhome e per tutti i suoi abitanti, speriamo che funzioni!
P.S. Fra tutti, un solo lodevole giovane si è coraggiosamente presentato a porre di persona le sue scuse, gli altri sono stati perdonati e benedetti.